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PALAZZO PRIULI

Sono tutt’oggi poche le informazioni e i documenti relativi a Palazzo Priuli a Santa Sofia, nonostante l’edificio mostri i caratteri di un’architettura saliente, di buona fattura, collocabile quasi certamente nella seconda metà del XVI secolo. Il palazzo appare in alcune iconografie del Cinquecento. In particolare un disegno attribuito ad Antonio Visentini (1688-1782) mostra una pianta e il fronte principale di un edificio che sono del tutto riconducibili al nostro. L’edificio si presenta ad impianto rettangolare, suddiviso, nel suo interno, secondo la classica tipologia tripartita del palazzo-fondaco: un salone passante al piano terra, sui cui lati lunghi si innestano lo scalone e le stanze laterali di servizio. L’androne passante, iterato al piano nobile, dà origine al salone d’onore, denunciato all’esterno dalla forometria delle facciate principali. L’edificio si sviluppa in altezza su tre piani principali (piano terra, primo e secondo piano) e due ammezzati, di cui è uno collocato ai lati dell’androne del piano terra (sopra alle stanze-magazzino), mentre il secondo suddivide l’altezza degli ambienti laterali del primo piano, in corrispondenza con il salone d’onore. Al secondo piano, attualmente parcellizzato in tre diverse proprietà, si accede dal campiello, attraverso una scala di recente costituzione. All’esterno, i prospetti si sviluppano sui tre lati liberi: il prospetto principale rivolto a nord verso canale Priuli, il fronte est dell’edificio che si affaccia sul campiello omonimo, e l’ultimo lato rivolto a sud verso un cortile interno dotato di relativo giardino. Sul fianco ovest si addossa un altro edificio di volumetria e altezza simili al nostro. Al centro della facciata, due serliane sovrapposte spezzano il ritmo delle fasce orizzontali marcapiano, e preannunciano lo sviluppo dello spazio interno. Al piano nobile si trova il poggiolo in aggetto che si sviluppa per tutta la larghezza della trifora. I balaustrini del parapetto (due birilli speculari alternati da un dado) sono del tutto simili a quelli del secondo ordine delle Procuratie Nuove in piazza San Marco, opera di Vincenzo Scamozzi, il quale a sua volta pare prendere spunto dal linguaggio architettonico di Jacopo Sansovino (Libreria Marciana, Palazzo Corner a San Maurizio, palazzo Zen, ecc.). Una teoria di modiglioni di sansoviniana memoria, con sovrapposta cornice di gronda, conclude la vicenda architettonica. Ugualmente, il raddoppio degli elementi lapidei verticali denuncia la finitio dell’angolo.

COMMITTENTE

Privato

DATA

2004- 2005

CATEGORIA

Progetto di conservazione e consolidamento

LUOGO

Venezia

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Il Progetto

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO

L’analisi dei materiali e del degrado si è basata sul riconoscimento visivo dei materiali stessi, sulla loro conformazione, dimensione e posizione nel palazzo e sul tipo di patologie che presentano. Questi primi dati, associati all’analisi visiva in situ, alla comparazione dei materiali presenti e alle indagini diagnostiche, ha permesso di indicare sui fotopiani una prima individuazione dei materiali presenti su tutti i prospetti esterni. Gli interventi individuati sono mirati alla conservazione delle materie storiche, salvaguardando quanto riscontrato ed integrando dove necessario. La copertura è stata completamente recuperata, operando una nuova impermeabilizzazione completa di isolamento in sughero su tutte le falde.

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Il Cantiere

INTERVENTI TECNICI

I lavori si sono eseguiti in un tempo ridotto e concordato, stante l’utilizzo del fabbricato a Residenza d’epoca. Al di sotto del manto di copertura, completamente recuperato, integrando i soli elementi particolarmente ammalorati, è stato posto in opera un isolamento in pannelli di sughero di altezza 5 cm. Gli elementi lapidei esterni sono stati sottoposti ad asportazione dei depositi coerenti, effettuando impacchi con bicarbonato di ammonio, che stante la tenacità dei depositi, hanno dovuto essere ripetuti più volte e con tempi di applicazione di parecchie ore. I lacerti di intonaco sono stati conservati e integrati con un nuovo strato di intonaco a base di calce e polevere di marmo, così come da campionature effetuate.

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Fine Lavori

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