Architettura e Paesaggio / Architettura / Architettura rurale

CORTE RAVAGNANI GUARIENTI

La Corte Ravignani-Guarienti rappresenta la parte più antica di un vasto insediamento agrario già fiorente nella località di Fumane in prossimità della Valpolicella a nord di Verona durante il XVI secolo come testimonia una lapide del 1686 presente nel muro. L’edificio sito all’inizio della Valpolicella era in origine la casa del mezzadro che collegava la casa nobiliare, ancora esistente, all’edificio rurale cantina-deposito, anche se non si può escludere che assommasse le funzioni di casa da paron, cantina e stalla. Architettonicamente la fabbrica è un classico esempio di costruzione rurale con portico a due luci al piano terra, finestre con cornici in bugnato rustico di pietra tufacea al piano primo e sottotetto. Il prospetto principale dalla piacevole euritmia compositiva, si articola su tre assi di aperture poste con simmetria ai lati del balcone con mensole lapidee al primo piano; al centro è presente una meridiana a fresco molto deteriorata.

STATO DI CONSERVAZIONE

Molti interventi realizzati soprattutto prima e dopo l’ultima guerra hanno profondamente alterato soprattutto la parte retrostante della bella fabbrica inserendo solai a quote diverse, servizi e un distributivo poco rispettoso. L’edificio è attualmente molto degradato perché abbandonato da circa cinquant’anni e privo di manutenzioni.

COMMITTENTE

Privato

DATA

2005 – 2009

CATEGORIA

Progetto di conservazione, consolidamento e riuso (7 residenze)

LUOGO

Fumane – Verona

A4
A3
A2
DCF 1.0
P3
P2

Il Progetto

STUDI E ANALISI

Dovendo destinare l’intero complesso a residenza, le analisi e gli studi preliminari hanno approfondito sia la genesi del manufatto per verificarne le trasformazioni, sia la statica generale per individuare le carenze strutturali, sia tutte le superfici in pietra per riconoscere i fenomeni di degrado superficiale.

CARATTERISTICHE DEL PROGETTO E DELL’INTERVENTO

Il progetto ha inserito con non poche difficoltà delle nuove unità abitative all’interno dell’articolato e vetusto corpo di fabbrica. Il fine professionale è stato quello di rispondere agli obbiettivi fissati dalla committenza e cioè massimizzare l’inserimento delle residenze; il fine culturale è stato far si che il nuovo uso non prevaricasse il bene storico imponendosi su di esso ma fosse l’occasione per conservarlo. Si è pertanto cercato continuamente e in ogni frangente di operare contemporaneamente sui due fronti: da un lato rispettare partizioni verticali e orizzontali, gli intonaci e le finiture, le pietre e i legni, ecc. e dall’altro coniugare questo con l’ottenere nuove unità residenziali.

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Il Cantiere

Gli interventi tecnici sono stati complessi di per se, perché erano difficilmente individuabili, e per le particolarità del cantiere caratterizzato da spazi angusti, piccoli vani e impossibilità di accedere con mezzi meccanici. Alcuni interventi, tra i moltissimi svolti, sono stati: lo scavo a mano del fango di fondazione e l’aggottamento delle acque del canale che entravano copiose; l’infissione di pali in legno e la creazione di nuove fondazioni; la realizzazione di tratti di nuova muratura in mattoni sopra alle nuove fondazioni per fornire qualche punto di appoggio a solai e coperture; la realizzazione di particolarissime e diffuse opere di carpenteria metallica per sostenere i solai lignei, per collegare strutture sconnesse, per fornire supporti alla scala in pietra, per tirantare tutto il fabbricato; la realizzazione di cuciture armate su quelle, poche, murature piene. Durante il 2 lotto sono stati realizzati importanti interventi sulle coperture, sui prospetti esterni, sulle colonne di facciata e sulla porzione di fabbricato retrostante.

C gua (4)
C gua (3)
C gua (2)
C gua (1)

Fine Lavori

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